Globo Madrid - Scoperto asteroide da polo astronomico siciliano

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Scoperto asteroide da polo astronomico siciliano
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Scoperto asteroide da polo astronomico siciliano

Individuato dagli astrofisici di Isnello nell'orbita di Marte

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Gli astrofisici del polo GAL Hassin di Isnello, nelle Madonie, hanno scoperto un asteroide, un Near-Earth Asteroid (Nea), che ha un'orbita completamente esterna a quella terrestre ma all'interno dell'orbita di Marte. È la seconda volta che da un osservatorio siciliano venga individuato un nuovo corpo celeste: la prima, e finora unica, volta risale al 1801 quando l'astronomo Giuseppe Piazzi scoprì la "Cerere Ferdinandea" così chiamata in omaggio al re Ferdinando III. Al nuovo asteroide la comunità scientifica ha attribuito una denominazione corrispondente a una sigla: 2025 QK3. Il gruppo che ha curato la ricerca e le successive osservazioni scientifiche è composto da Alessandro Nastasi e Sabrina Masiero astrofisici della Fondazione GAL Hassin; Riccardo Furgoni, docente del Polo Universitario mantovano e collaboratore del programma di ricerca astrometrica del GAL Hassin; Alessio Squilloni e Francesco Cheli fisici dell'Osservatorio astronomico Beppe Forti di Montelupo Fiorentino. Gli astrofisici hanno utilizzato il telescopio a grande campo Wide-field Mufara Telescope installato su Monte Mufara (a quota 1865 metri a Piano Battaglia. I rilevamenti che hanno definito la scoperta sono stati effettuati nelle notti del 21 e 22 agosto 2025. L'asteroide 2025 QK3 descrive un'orbita intorno al Sole in 435 giorni, inclinata di 24 gradi rispetto a quella terrestre. Le stesse condizioni geometriche si ripresenteranno solo il 26 agosto 2081 quando l'asteroide scoperto dal GAL Hassin ritornerà nel suo punto di massimo avvicinamento alla Terra con la quale non sarà in rotta di collisione con la Terra e perciò non è catalogato tra gli asteroidi pericolosi. "I nostri ricercatori - dice Pino Mogavero, presidente della Fondazione che gestisce il polo di Isnello - hanno elaborato un'analisi dei dati con un approccio ad 'alta intensità' attraverso un metodo di calcolo intensivo, chiamato synthetic tracking. In pochi minuti il team ha seguito in tempo reale l'oggetto appena identificato consentendo a tutti gli altri osservatori di "non perderlo di vista". E di non perderlo per sempre".

M.Hernandez--GM