Esperti, Ia contro tumori per equo accesso alle nuove tecnologie
'Ma attenzione a rischi,da responsabilità a ricadute conoscenze'
L'Intelligenza artificiale applicata alla ricerca contro i tumori rappresenta anche "una potenziale strada per rendere più equo, ovvero possibile a tutti, l'accesso alle nuove tecnologie e terapie innovative", anche se "i rischi da considerare sono vari". A sottolinearlo sono gli esperti riuniti a Milano per la 'International Conference 2025 Innovation in oncology', organizzata da Fondazione Gianni Bonadonna con il supporto del Gruppo Prada, da Fondazione Michelangelo e dalla European school of oncology. "Attualmente sono disponibili tecnologie innovative ma che hanno un alto costo, come ad esempio i sistemi per l'analisi delle mutazioni geniche nei tumori attraverso l'analisi del Dna con metodi di ultima generazione - afferma Gianpaolo Bianchini dell'Ospedale San Raffaele di Milano - ma ora l'Ia ci permette di effettuare tali analisi in modo tempestivo, più equo e con minori costi". Sempre l'Ia, spiega, "sta anche rivoluzionando il modo in cui produciamo i nuovi farmaci: finora si testava dal vivo cioò che la molecola determina e produce, ora con l'IA possiamo 'prefigurare' tali esiti con un taglio di tempi e costi". L'Ia sta emergendo inoltre nel campo della medicina predittiva, raccogliendo enormi quantità di dati che rendono possibili algoritmi di previsione della evoluzione o insorgenza di una malattia. Ma tutti questi scenari pongono anche dei grandi rischi, avvertono gli esperti. Il "primo grande problema - rileva Bianchini - è che la velocità di evoluzione dell'IA rende difficile effettuare il controllo dei diversi processi". Inoltre, si pone pure la questione di un possibile 'eccesso' di conoscenza a fronte della mancanza di strumenti che possano tramutarla in effetti concreti a servizio dei pazienti: "In altri termini - afferma l'oncologo - dobbiamo anche chiederci cosa ne facciamo di tutta questa potenza conoscitiva se poi non siamo in grado di incanalarla in sbocchi clinici pratici che abbiano una ricaduta sui pazienti". Infine, non vanno dimenticati i nuovi problemi di carattere medico-legale: "Nelle scelte mediche l'ultima parola deve essere sempre del clinico e l'IA non può sostituirsi al giudizio del medico, che - conclude - resta il responsabile del percorso di cura".
Z.Vega--GM