Globo Madrid - L'Ucei, 'Fiera Levante ci ripensi, così favorisce l'odio

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L'Ucei, 'Fiera Levante ci ripensi, così favorisce l'odio
L'Ucei, 'Fiera Levante ci ripensi, così favorisce l'odio

L'Ucei, 'Fiera Levante ci ripensi, così favorisce l'odio

'Se c'è filtro morale, allora sarebbe lunga la lista dei Paesi'

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"Al presidente Frulli chiediamo di ripensare la sua scelta di escludere Israele dalla Fiera del Levante". Così in una nota la presidente dell'Ucei Noemi Di Segni. "Ci si può impegnare a favore della popolazione civile palestinese - aggiunge - con azioni di concreto supporto anziché intraprendere iniziative che aiutano solo a fare palpitare il cuore e favorire realmente chi promuove propaganda e campagne di odio. Se poi vige un filtro morale che porta a escludere Paesi in quanto tali con tutte le loro aziende ci aspettiamo un elenco molto lungo di Paesi che esprimono politiche lontane da ogni concetto di umanità e democrazia". Di Segni suggerisce di impegnarsi in azioni di supporto di altro genere, "come stanno facendo numerosi enti e Paesi, tra cui l'Italia, e la stessa Israele. Il boicottaggio di Israele nel suo insieme - dice ancora - non solo non aiuterà i bambini di Gaza a recuperare infanzia e sogni perduti come li hanno persi quelli israeliani dopo il 7 ottobre, ma non aiuterà a fare emergere una loro classe dirigente, di ingegneri ed esportatori capaci di investire e vedere oltre l'economia gestita oggi da Hamas". "Nell'immediato - prosegue la presidente - danneggia la stessa Puglia svuotando il territorio di una presenza che da anni opera nella Regione portando sviluppo, tecnologie innovative specialmente nel campo dell'agricoltura e trattamento delle acque con soluzioni di avanguardia, cosi come il turismo, la ricerca. E sono proprio aziende israeliane dei Kibuz e città colpiti il 7 ottobre che credevano fermamente nella convivenza con i palestinesi e con loro hanno maturato modelli di sviluppo e trasferimento di know how e tecnologie ad essere colpite da questa decisione. Quelle che guardano ai legami con città e regioni gemellate per vicinanza climatica, in Italia e nella stessa vicina Gaza, che invece potrebbero aiutare quel 'giorno dopo' per una ricostruzione e recupero a favore della popolazione palestinese. Perché allora non invitare proprio queste aziende, università, entità esperte israeliane capaci di promuovere il bene anche di Gaza? Perché questa illogicità?". "Se poi - sostiene poi - vige un filtro morale che porta a escludere Paesi in quanto tali con tutte le loro aziende, ci aspettiamo un elenco molto lungo di Paesi in continenti diversi che esprimono politiche lontane da ogni concetto di umanità e democrazia. Anche tra quelli impegnati in guerre sanguinarie e nella persecuzione dei propri cittadini non c'è traccia nella linea politica adottata per questa importante Fiera. Evidentemente - conclude - il mercante in Fiera ha mischiato molto bene le carte ed è rimasto solo l'azzardo e un certo tipo di interessi e sentimenti a guidare le scelte di un Ente pubblico che dovrebbe con senso di responsabilità saper concorrere a sviluppare relazioni generatrici di bene e sviluppo a livello locale".

I.Gomez--GM